“Notre Dame de Paris” di Victor Hugo

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di Edoardo Sorano 

Notre-Dame de Paris è un romanzo storico di Victor Hugo, pubblicato nel 1831, sebbene la vicenda sia inscenata nella Parigi medievale, esattamente nel 1482. La narrazione dell’autore è basata sul continuo intrecciarsi delle vicende dei personaggi, con alcune descrizioni della capitale francese all’epoca in cui il romanzo è ambientato. In questa relazione ci soffermeremo sui temi che Victor Hugo tratta quando descrive la cattedrale di Notre-Dame.

L’inizio della costruzione della cattedrale risale al 1163, principalmente di stampo gotico, appartiene a quella fase dell’architettura europea caratterizzata da particolari forme strutturali ed espressive, in un periodo compreso fra la metà del XII e i primi decenni del XVI secolo. Tra le caratteristiche di questo nuovo stile, l’impronta gotica mostra delle importanti novità: il peso della struttura non veniva più assorbito solo dalle pareti, ma era ripartito su pilastri, all’interno e nel perimetro, col nome di contrafforti, con il supporto di altre strutture secondarie come i grandi archi. Un’altra innovazione erano le pareti e la modalità di distribuzione della luce, considerata un’emanazione divina e simbolo delle realtà soprannaturali. È interessante vedere quanto l’uso della luce sia cambiato nel tempo e come lo stesso concetto si sia applicato ai diversi stili di espressione artistica, sia questa in pittura, scultura o architettura. Nonostante tale stampo principalmente gotico, Victor Hugo attribuisce alla cattedrale un’altra derivazione, quella romanica. Ciò è senza dubbio vero se osserviamo le colonne cilindriche tipicamente romaniche, in più, la navata non risulta slanciata e luminosa quale quella delle cattedrali del gotico maturo. Hugo la considera, infatti, una costruzione ibrida e non per questo le attribuisce meno valore, anzi al contrario, perché, secondo l’autore, tali opere fanno comprendere allo storico e all’artista come le più grandi espressioni artistiche siano il frutto di interconnessioni sociali, dunque di un intero popolo più che del genio del singolo individuo. Lo scrittore, per tale stato di ibrido tra le due diverse tipologie architettoniche, considera Notre-Dame un monumento incompiuto che non rappresenta un’opera tipica. Infatti, Victor Hugo pensa sia impossibile comparare la cattedrale con altre chiese di stampo gotico o romanico. Con siffatta affermazione mette in evidenza come anche all’epoca il paragone tra opere d’arte diverse viene comunemente realizzato, anche se qui non è possibile, vista la combinazione tra le due forme d’arte. Lo scrittore, dunque, riprende la pratica, che già si era presentata nel corso della storia, di paragonare le opere artistiche fra loro, in questo caso monumenti architettonici. Notre-Dame viene definito un edificio maestoso e sublime. Una bellezza architettonica che, al tempo in cui Hugo scrive, è stata oggetto di una serie di avversità che ne hanno alterato il suo originario aspetto. È stata l’attività umana, infatti, e non il passare dei secoli, ad alternarne la bellezza. Qui citerò soltanto quello che l’autore menziona nel suo romanzo, vale a dire, le rivoluzioni religiose avvenute nel tempo, che hanno deturpato l’immagine della cattedrale di Parigi. Molti fenomeni iconoclasti hanno colpito la struttura, mutandone l’aspetto originale: nei secoli sono state sottratte statue e distrutte altre.

L’ultimo sopruso che Notre-Dame ha subito è datato al 15 aprile 2019, quando la cattedrale è stata colpita da un grave incendio che ha provocato il crollo sia della guglia sia del tetto e il cedimento di alcune parti della volta della navata centrale. Al momento, Notre-Dame attende di essere ricostruita in quelle parti che sono state danneggiate gravemente. In conclusione, si può dire che la descrizione di Victor Hugo è una testimonianza preziosissima dell’epoca, la quale evidenzia al tempo stesso le alterazioni subite dall’edificio negli anni e le pratiche di comparazione, già comuni durante il secolo precedente.  

In conclusione, si può dire che la descrizione di Victor Hugo è una testimonianza preziosissima dell’epoca, la quale evidenzia al tempo stesso le alterazioni subite dall’edificio negli anni e le pratiche di comparazione, già comuni durante il secolo precedente.  

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