L’educazione sentimentale: il ritratto realista di una generazione

by Master Mant.uniroma2
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di Lara Ottocento

«Voglio fare la storia morale degli uomini della mia generazione; “sentimentale” rende meglio l’idea…», scriveva Flaubert in una lettera del 1864, alludendo al romanzo che pochi anni dopo avrebbe pubblicato con il titolo L’educazione sentimentale (1869).

Il racconto della maturazione interiore di un giovane ragazzo di provincia, Frédéric Moreau, immerge i lettori nel pieno dei fermenti rivoluzionari della Parigi degli anni ’40 dell’Ottocento destinati a infrangersi, un paio di decenni più tardi, insieme al sogno repubblicano.

Uomini d’affari, artisti, donne sposate, mercanti d’arte sono alcuni dei personaggi emblematici della società del tempo che prendono vita nel romanzo- Flaubert li mette in scena con l’intenzione di restituire un grande ritratto collettivo, degno di un artista a lui contemporaneo. 

Se si potesse tradurre in pittura, L’educazione sentimentale non sarebbe diversa dalla grande tela L’atelier del pittore che Gustave Courbet dipinse tra 1854 e il 1855. Nella variegata teoria di personaggi che circondano il pittore intento a dipingere nel suo studio, sono ritratti i vizi, le virtù, le passioni che agitano la società del tempo. Così la figura dell’artista assume un ruolo di assoluta centralità: lo vediamo osservare con distacco il dramma della realtà in cui lui stesso vive, facendosi testimone dell’eterno contrasto tra purezza e immoralità, tra sfruttati e sfruttatori, poveri e ricchi, intellettuali e mercanti. Con una stessa polemica acutezza, apparentemente distaccata, Flaubert descrive i personaggi del suo romanzo. 

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