di Sandra Condorelli
«quivi trovammo Pluto, il gran nemico […]
“Pape Satàn, pape Satàn aleppe!”,
cominciò Pluto con la voce chioccia;
e quel savio gentil, che tutto seppe»(Canti VI e VII dell’Inferno)
Tra le immagini proposte nel catalogo Artificial Hell una ha colpito particolarmente la mia memoria, nonostante la riproduzione non fosse esposta in mostra, quindi non è stato possibile avere l’impatto visivo atteso. Si tratta della raffigurazione di quello che dovrebbe essere il personaggio della Commedia “Pluto”, custode del IV cerchio dell’Inferno, dove si trovano gli avari e i prodighi []. Non è ben chiaro chi sia la divinità inserita da Dante a questo punto del suo viaggio. Potrebbe essere identificato con Pluto, protettore dell’abbondanza agreste e dio delle ricchezze, o con il più ben noto Plutone, dio degli Inferi (cfr. Enciclopedia dantesca, 1970). Il Virgilio dantesco lo chiama «maladetto lupo» sebbene non sia chiaro se effettivamente il demone abbia queste sembianze: la descrizione del demone è generica e l’incontro con i due poeti è rapido.
Guardando alle illustrazioni storiche della Commedia, come le incisioni di Doré [Fig. 1], Plutone è rappresentato come un demone qualsiasi, senza particolari attributi.
Al contrario del resto delle immagini generate dall’AI per Artificial Hell che, come sottolinea Carmelo Occhipinti,sembra che abbiano come riferimento l’immaginario fantasy e, forse, Ottocento romantico, quella riferita a Pluto ha richiamato dalla mia memoria visiva un dipinto di Rembrandt noto come L’uomo dall’elmo d’oro (1650-1660, Staatliche Museen zu Berlin, Gemäldegalerie) [Fig. 2]. Ho cominciato a chiedermi dove potesse derivare questo riferimento e ho cominciato a trattare l’AI come a volte mi è capitato di fare con gli elaborati degli studenti, in cui dovevo scovare le fonti citate perché non esplicitamente indicate.
Credo che l’AI si sia basata, più che sulle immagini di demoni, sulle definizioni che in rete di trovano di Pluto e di Plutone. È da sottolineare che ho effettuato la ricerca in inglese, lingua in cui il nome delle due divinità coincidono “Pluto”. Si trova certamente il riferimento al dio degli inferi ed in rete si riscontrano alcune immagini fantasy che ricordano l’immagine riproposta in mostra ma molte di esse sono già frutto dell’elaborazione dell’AI. È probabile però che l’AI per Artificial Hell abbia preso spunto dall’altra divinità, Pluto, dio dell’abbondanza e della ricchezza, e grazie a questo sia giunto ad una figura ricoperta di una ricca armatura. L’immagine rielaborata, quindi, mostra una nuova prospettiva del personaggio della Commedia: si erge imponente, un grande “armatura” riccamente decorata e dorata riveste un volto scarno, quasi scheletrico con volti infossati. Gli stessi dannati sembrano far parte della ricca armatura che si presenta allo spettatore come una cascata d’oro. Probabilmente seguendo questo filone il demone ha preso questa fisionomia sebbene credo sia da aggiungere qualcos’altro.
L’AI non si nutre solo di immagini: si istruisce ed è possibile istruirla anche con le parole. Inizialmente ho provato a generare delle immagini tramite AI con il sito: https://it.123rf.com/, inserendovi delle istruzioni precise. Sebbene il risultato portasse a delle immagini demoniache, nessuna prevedeva una armatura dorata se non indicata appositamente nelle istruzioni. Come era possibile che l’immagine generata per la mostra arrivasse a questo se non era previsto nel testo di Dante? Ho cominciato a fare una ricerca di testi ed immagini sul motore di ricerca Google prediligendo parole in inglese. Scrivendo “Dante” “Inferno” (in inglese il titolo della cantica rimane in italiano) “Pluto”: la ricerca ha rimandato immediatamente ad un noto videogioco Dante’s Inferno del 2010, in cui il protagonista è Dante come un veterano della Terza crociata che cerca di salvare l’anima di Beatrice da Lucifero attraversando i gironi dell’inferno. Tra i nemici che il personaggio del videogioco incontra, ampio spazio, al contrario della Commedia, è dedicato a Pluto, definito “God of Wealth” e raffigurato come un enorme e demoniaca statua dorata, con grandi corna, i cui occhi possono emettere una luce brillante e generare una struttura dorata su alcune aree [figg. 4-5] (https://www.youtube.com/watch?v=AKq2qUZq8p8) .
Se è vero che, come dice Occhipinti, «che ogni scansione del web altro non sia che una gigantesca istantanea del presente nel quale viviamo» c’è da chiedersi se il riferimento a Rembrandt colto all’inizio non sia semplicemente da ridurre ad un videogame.
Elenco immagini:
1) Gustave Dorè, Pluto e Virgilio, acquaforte, 1861.
2) Rembrandt, L’uomo dall’elmo d’oro, olio su tela, 1650-1660, Staatliche Museen zu Berlin, Gemäldegalerie (credit: Christoph Schmidt).
3) Immagine frutto della ricerca su Google immagini.
4) e 5) Pluto nel videogioco Dante’s Inferno 2010.