Il Romanzo romantico e la Natura visti nella Storia dell’Arte attraverso “Jane Eyre” 

by admin
0 comment

di Laura Ferretti

Il terreno era duro, l’aria tranquilla e la strada solitaria; camminai rapidamente finché non mi fui riscaldata, poi rallentai il passo per meglio godere e analizzare il piacere che trovavo in quell’ora e nella mia passeggiata. L’orologio della chiesa suonò le tre mentre passai sotto al campanile; il fascino dell’ora risiedeva per me nel crepuscolo incombente, che già velava d’ombre i pallidi raggi del sole basso all’orizzonte” [1].

Questo passo è tratto dal romanzo Jane Eyre di Charlotte Bronte. Trattandosi di un testo di età romantica, le passioni, l’emotività, l’inquietudine, l’irrazionalità e l’importanza del sentimento hanno un ruolo preponderante. 

“Ero ancora a un miglio dal paese, ma nel profondo silenzio ne distinguevo nitidamente i rumori, insieme al mormorio dei ruscelli che scorrevano nella valle, a quale profondità non saprei dire”[2].

E ancora:

“Rimasi a guardare quel panorama fino a quando il sole scese dietro gli alberi e scomparve tingendo l’orizzonte di luce rossastra”[3].

Il paesaggio è qui ambientato nella brughiera inglese. L’aggettivo «incombente», usato dall’autrice per parlare del crepuscolo, rivela la piccolezza della protagonista nei confronti dell’orizzonte. Gli elementi della Natura, dal biancospino agli arbusti di agrifoglio, dal rumore dei ruscelli e dei corsi d’acqua che solcano le colline, dal tramonto del sole al richiamo della luna, sono resi palpabili e quasi umani e rendono espliciti i sentimenti della protagonista, che descrive il paesaggio attraverso le sue emozioni. C’è dunque una forte commistione tra la natura descritta da Jane e il suo sentire, non si sa dove finisca l’una e cominci l’altro. La natura diventa lo specchio delle tensioni esistenziali dei personaggi. 

L’artista romantico è una sorta di demiurgo assimilato a Dio: egli mette in comunicazione infinto e finito, cielo e terra. Si prenda come esempio il capolavoro di Friedrich Il Monaco in riva al mare[4] [fig. 1]. Nel dipinto si possono ammirare la terra, il cielo e l’orizzonte. La figura del monaco, appena visibile sulla spiaggia, è l’emblema della finitezza umana, contrapposta all’infinità dell’universo che comunica un’impressione di smarrimento e di solitudine esistenziale. Il monaco volge le spalle al mondo, perso nella contemplazione del sublime e nello sconfinato mistero della natura. In questo dipinto, l’artista sottolinea l’essere piccolo dell’uomo di fronte all’infinito.

Nell’arte romantica l’artista, come ambientazione per le sue opere, preferisce al paesaggio “eroico” gli angoli appartati di campagna, panorami, boschi e orizzonti che diventano i luoghi della malinconia, della solitudine e della fragilità dell’uomo moderno, come mostra il dipinto Viandante sopra il mare di nebbia, [fig. 2]. In questa opera è presente un elemento particolarmente suggestivo che consiste nel lasciare un margine di mistero dove l’ipotetico spettatore non riesce a penetrare. Il soggetto del dipinto ci volta le spalle, per questo motivo non possiamo immaginare il suo stato d’animo o a che cosa stesse pensando il protagonista dell’opera di Friedrich. Non sappiamo se il soggetto che sta in contemplazione del paesaggio sia in comunione con esso o se sia spaventato della propria solitudine di fronte a un abisso fuori dalla portata umana. 

La Natura nella pittura come nella letteratura e, in particolare, nel romanzo ottocentesco non è più un oggetto di studio: piuttosto è sentita come forza creatrice o come potenza superiore alle forze dell’uomo, il quale in essa finisce per perdersi o per trovare rifugio contro i disagi della civiltà; quindi, a seconda dei casi, la natura può essere sia un luogo sicuro, dove l’uomo trova conforto e tranquillità, oppure specchio del disagio esistenziale dell’uomo che sa di essere piccolo e fragile di fronte alla sua grandezza incombente. 

Charlotte Bronte ha creato una protagonista ‘femminista’, capace di infrangere e mettere in discussione gli schemi sociali dell’epoca, una donna che si ribella alle ingiustizie e lotta per la propria dignità e uguaglianza.  Jane però è un personaggio solo, la cui solitudine è simile a quella del “Viandante nel mare di nebbia” [fig. 2]. Come il viandante è piccolo di fronte all’immensità della Natura, la protagonista del romanzo si trova piccola nella società: una ragazza cacciata di casa dalla sua famiglia, cresciuta in un tetro e severo collegio, fatto di violenze e privazioni. Ma nonostante le numerose difficoltà incontrate nella sua vita, il suo è un romanzo a lieto fine: finalmente arte e natura riescono infatti a trovare una conciliazione. 

Lo stretto legame tra passioni, sentimenti e Natura ci richiamano, seppure questo riferimento possa apparire audace, alcune opere di Georgia O’Keeffe, realizzate avendo presente il suo vissuto nel New Mexico. O’Keeffe scrive di essere “impaziente di tornare a lavorare” perché il paese “mi tocca nel profondo dell’anima […] mi sento terribilmente in armonia con questo posto  […] qui ho la sensazione di espandermi fino a raggiungere l’orizzonte […][5] Nell’opera “Tramonto” [fig. 3] il cielo occupa pressoché tutta la superficie della tela ed è restituito attraverso poche, ma ampie pennellate, alle quali è affidato il compito di simboleggiare le sensazioni provate dall’artista di fronte a quei panorami così imponenti. Nel dipinto “Storm Cloud Lake George” del 1923, [fig. 4], un paesaggio orizzontale si presenta come una sagoma molto scura di montagne con curve grigie ondulate su un nero piano. Sopra le scure colline si può notare il cielo arancione con nuvole grigie che attraversano il lato superiore della tela.[6] E le nuvole, insieme alle onde e alle colline si compenetrano e si richiamano a vicenda, rendendo un effetto di movimento e vitalità della natura, in sintonia con i ritmi dell’universo in continua trasformazione.

Sono due donne, la Bronte e la O’ Keeffe, che, sebbene in epoche diverse, con coraggio rivendicano il proprio posto nel mondo, contro ogni convenzione, contro ogni schema sociale, cercando un’armonia con la natura nel suo incessante divenire.

Bibliografia:

Bhuler Lynes Barbara: “Georgia O’Keeffe” – Milano Skira 2011.

Bertelli Carlo: “La Storia dell’Arte” dal Barocco all’ Arte Noveau Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori Pearson Italia, Milano-Torino, 2011. 

C.Bronte: “Jane Eyre.” New York: Nuova Biblioteca americana, 1997.

Bronte Charlotte: “Jane Eyre” Edizioni Bur, 2005.

Enciclopedia Treccani. 

Georgia O’Keeffe Museum Collections Online: “The Art and Life of Georgia O’Keeffe.


[1] C. Bronte: “Jane Eyre” Edizioni Bur, 2005 p. 134- Jane Eyre” di Charlotte Bronte, pubblicato il 19 ottobre del 1847 dalla casa editrice Smith Elder, and Co.

[2] C. Bronte: “Jane Eyre” Edizioni Bur, 2005 p. 135.

[3] Op.cit.

[4] Caspar David Friedrich: “Il Monaco in riva al mare” datato al 1808-1809 e custodito presso lo Staatliche Museen di Berlino.

[5] Bhuler Lynes Barbara: “Georgia O’Keeffe” – Milano Skira 2011, p. 29. 

[6] Georgia O’Keeffe Museum Collections Online: “The Art and Life of Georgia O’Keef

You may also like